AUTISMO Rimedi naturali e consigli

L’autismo è una sindrome che permane per tutto l’arco di vita dell’individuo, assumendo aspetti diversi nel tempo. L’autismo è caratterizzato da un esordio precoce (primi tre anni di vita) e da peculiari compromissioni del funzionamento dell’area dell’interazione sociale, dell’area della comunicazione non verbale e verbale e dalla presenza di attività, comportamenti ed interessi ristretti e stereotipati. I pazienti mostrano un’ampia gamma di manifestazioni e da ciò ne deriva che nello stesso individuo non sono sempre presenti tutti i sintomi contemporaneamente e gli stessi sintomi hanno peso, e significato, diverso da persona a persona e/o nelle diverse fasce di età.

I bambini che soffrono di autismo perdono il contatto con la realtà esterna. Lo sviluppo della parola è ritardato, assente o limitato a balbettii e nenie senza alcun senso. La risposta a gesti d’affetto è inesistente e il comportamento spazia dal silenzio totale a periodi di iperattività con manifestazioni autolesioniste, come picchiarsi o mordersi. Questi bambini sono solitari, hanno difficoltà di apprendimento e spesso mostrano inabilità mentale.

Le cause restano ancora ignote.


INTEGRATORI NATURALI

per il benessere del sistema nervose e delle funzioni cerebrali


  • COLINA: migliora la funzione e circolazione cerebrale. Usare sotto controllo medico.
  • TRIMAGNESIO Compresse: essenziale per una normale funzione cerebrale e del sistema nervoso – Adulti: 2 compresse da deglutire con acqua 3 volte al giorno – Bambini fino a 12 anni: 1 compressa da deglutire con acqua 2 volte al giorno.

 

 


FLORITERAPIA – FIORI  di  BACH

per l’aspetto emotivo


ASPEN: quando il soggetto manifesta particolare apprensione.

BEECH: raccomandato quando la persona appare insensibile all’affetto altrui.

CRAB APPLE: nel caso il soggetto abbia la tendenza a praticare rituali ossessivi.

MIMULUS:  nel caso esista la paura effettiva di stabilire un contatto.

PINE: quando si manifesta periodicamente un comportamento violento verso gli altri.

WATER VIOLET: se il soggetto è introverso, distante e apparentemente non desidera avere contatti.

4 gocce sotto la lingua per 4 volte al giorno (vedi indicazioni per la diluizione dell’essenza singola).

 

 


ALIMENTAZIONE


Da diversi studi si sono riscontrati miglioramenti evidenti con l’eliminazione dalla dieta di additivi chimici e alimenti allergenici.

 

 


MUSICOTERAPIA


Recenti studi hanno dimostrato che la musica può provocare una risposta emozionale nel bambino autistico. Il cambiamento d’umore del paziente sembra coincidere con il cambiamento del genere musicale. Il terapeuta la potrebbe utilizzare per comunicare, suonando uno strumento o cantando.


  • AUTISMO e MUSICA

Il modello Floortime nei disturbi della comunicazione e della relazione

Cristina Meini , Giorgio Guiot , Maria Teresa Sindelar

A partire da una precisa descrizione delle caratteristiche della mente umana e di un’analisi rigorosa delle caratteristiche dei Disturbi dello Spettro Autistico, il libro propone un intervento abilitativo basato sull’attività musicale, di carattere strumentale e vocale, adattabile in modo mirato ai diversi profili dei bambini coinvolti.

Nella prima parte vengono presentati gli studi più accreditati sullo sviluppo tipico del bambino, con particolare attenzione alle diverse teorie che indagano l’origine e lo sviluppo dell’autismo. Gli autori dedicano inoltre spazio all’introduzione del modello DIR e della tecnica Floortime e alla descrizione del programma presentato nel libro.

La seconda parte propone alcuni semplici ma essenziali consigli per attuare correttamente il programma e ne descrive gli obiettivi principali.

 

 


PSICOLOGIA

da una mia etivity universitaria


Il deficit della teoria della mente (ToM) nell’autismo, confronto con lo sviluppo tipico

La teoria della mente (ToM – Theory of mind) o psicologia del senso comune, indica la capacità (comune a tutti gli esseri umani) di interpretare le azioni e i comportamenti che osserviamo nell’altro e di comprenderne gli stati mentali (le sue intenzioni, i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi desideri, le sue credenze). L’altro, l’altra persona, viene vista come indipendente e diverso da se stessi.

Avere la capacità di ToM permette al bambino di migliorare ed ampliare le sue competenze sociali, creare amicizie e rapporti che tendono a evolversi con la crescita.

L’autrice Luigia Camaioni indica, come punti di partenza per lo sviluppo della teoria della mente, da un lato i bisogni fisiologici e le emozioni (che generano desideri); dall’altro le sensazioni e le percezioni (che alimentano le credenze, le supposizioni).

I desideri e le credenze causano le azioni e le reazioni emotive.

Questa capacità matura progressivamente nei primi anni di vita, attraverso diverse fasi.

Diversi autori hanno individuato come possibili precursori della ToM varie abilità.

 

Le fasi della crescita

Alla fine del primo anno di vita il bambino possiede la capacità di “attenzione condivisa” (Baron-Cohen), la comunicazione intenzionale di tipo dichiarativo e la capacità di imitare.

Tra i 9 e i 13 mesi di vita il bambino passa da un’interazione diadica (bambino – mamma, bambino – gioco) a triadica, che coinvolge il bambino, un’altra persona e l’oggetto. Nella triangolazione (riferimento sociale) il bambino interagisce con lo stimolo in relazione alla reazione della madre. Egli dirige attivamente l’attenzione dell’interlocutore attraverso gesti deittici (indicativi), lo sguardo si sposta dall’oggetto all’interlocutore. Secondo Baron-Cohen questi fenomeni appartengono  ad un meccanismo di “attenzione condivisa” (la persona e il bambino guardano lo stesso oggetto). Nello sviluppo tipico, bambini osservati in condizioni sperimentali, comprendono l’indicare come funzione richiestiva (utilizzano l’altro, l’agente, per soddisfare i propri scopi), ancor prima di saper utilizzare lo spesso gesto con funzione dichiarativa (capacità di condividere con l’altro un interesse).

Quest’ultimo meccanismo, assente o gravemente compromesso nei bambini con autismo, porta Baron-Cohen a ritenere che sia un precursore necessario per la comparsa della capacità di leggere la mente. La Camaioni sostiene che nell’attenzione condivisa il bambino non vuole semplicemente utilizzare l’altra persona per soddisfare i propri desideri (come indicare un oggetto che si vorrebbe possedere), ma intende piuttosto influenzare lo stato interno dell’altro, condividere l’interesse per l’oggetto e l’esperienza.

La funzione richiestiva si basa su capacità semplici, presenti anche nei bambini con autismo. Il nucleo centrale del deficit comunicativo tipico dell’autismo riguarda la funzione dichiarativa, l’incapacità in seguito attribuire all’altro e a se stessi pensieri, emozioni, credenze.

Henry Wellman attribuisce ai bambini di 2 anni una “psicologia del desiderio” che interpreta le azioni sulla base dei desideri e spiega le reazioni emotive in funzione che i desideri vengano soddisfatti o meno.

Solamente verso i 3 anni i bambini possiedono una “psicologia della credenza-desiderio” grazie alla quale iniziano a prevedere che le azioni delle persone non sono guidate solo dai desideri ma anche da credenze (che possono essere veritiere o false).

Secondo l’autore Alan Leslie, la concezione del mondo di un bambino di 2-3 anni è ancora incompleta. Il bambino inizialmente prenderà in considerazione solamente le credenze vere (stato reale delle cose), successivamente avverrà la comprensione della “falsa credenza”, cioè che le azioni possono essere determinate da credenze erronee. Egli non si rende bene conto che le persone agiscono sulla base, non di come sono realmente le cose ma di come pensano che esse siano.

 

Il gioco di finzione e false credenze

A partire dai 4 anni il bambino ha delle capacità metarappresentative (stato interno dell’altra persona determinato da un altro stato interno) ed è in grado di attribuire all’altro pensieri e credenze diverse dalle proprie. Attraverso il gioco simbolico o di finzione il bambino gioca a far finta, si mette nei panni dell’altro e quindi riconosce il punto di vista dell’altra persona, del pupazzo o del gioco.

Nei bambini con autismo il gioco di finzione risulta assente o compromesso, mentre il gioco funzionale e combinatorio appare intatto.

L’autismo non comporta di per sé una chiusura al contatto sociale, ma esiste un’incapacità di comprendere il mondo interiore dell’altro. Da numerose ricerche risulta che i bambini autistici sono in grado di capire e spiegare eventi fisici o i semplici desideri di un personaggio, ma risultano deficitari nel comprendere le diverse credenze delle persone o spiegare storie di tipo mentalistico. In quest’ultimo caso le loro prestazioni ai vari test risultano inferiori a quelle dei bambini con sindrome di Down e ritardo mentale (RM). Sembrano conoscere le emozioni come la felicità e la rabbia, ma dimostrano difficoltà nella comprensione di emozioni complesse basate sulle credenze (sorpresa).

Baron-Cohen fecero diversi esperimenti basati su compiti di “falsa credenza”, in bambini di età compresa tra i  5 e i 7 anni, per verificare se la difficoltà dei bambini autistici fosse dovuta al ritardo specifico di linguaggio. Emerse che nelle persone con autismo manca o è fortemente carente la capacità di connettere il comportamento agli stati mentali, prendono le azioni e il linguaggio per quello che sono. Non interpretano i comportamenti quando l’intenzione ne cambia il significato, come con l’ironia, il sarcasmo, l’adulazione e l’inganno.

Gli esperti dispongono oggi di video (forniti dai genitori) dei primi anni di vita dei bambini con autismo, e si è notato che nel primo anno di vita il bambino si sviluppa e, seppur lentamente, progredisce ma, dai 12 ai 18 mesi, vi è un declino e una consistente perdita di comportamenti precedentemente acquisiti in tutte le aree indagate (interazione sociale, comunicazione, linguaggio, gioco funzionale e simbolico).

Il deficit della teoria della mente come nucleo patogenico dell’autismo spiega la triade dei disturbi di Wing – relazioni sociali, comunicazione, gioco di finzione – che tutti i bambini con autismo presentano. Spiega inoltre perché la diagnosi certa di autismo non può essere fatta prima dei 2 anni.

Tuttavia vi sono altri “sintomi”, come il ristretto interesse, i movimenti ripetitivi e le stereotipie, l’eccessiva rigidità, le particolari capacità intellettive, che vanno oltre la triade di disturbi e che altri autori ritengono primari. Si ipotizza quindi un deficit del sistema esecutivo (ripetitività dei comportamenti, rigidità…), oltre al deficit della teoria della mente che spiegherebbe quini le difficoltà nelle relazioni sociali e nella comunicazione.

Questi studi sono strumenti mirati per abbassare l’età della prima prognosi e anticipare l’inizio del trattamento allo scopo di ridurre gli effetti devastanti della “cecità mentale”.

 

Un pensiero su Temple Grandin

Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente

Temple Grandin è una famosa scienziata americana affetta da sindrome di Asperger (SA – un disturbo dello spettro autistico – ASD), professoressa, scrittrice, progettista, attivista per i diritti degli animali e del movimento per i diritti delle persone autistiche.

Nelle sue interviste si può notare il suo linguaggio ricco e forbito, tipico dei pazienti con SA.

Temple vuole comunicare al mondo che l’autismo è una modalità esistenziale alternativa e sottolinea l’unicità di ogni individuo; ogni persona possiede un talento e sarebbe doveroso e vantaggioso per il mondo, che i bambini con ASD venissero sostenuti, sollecitati e istruiti per ciò che è loro congeniale, al fine di far emergere le loro attitudini.

 

Il talento

Precisa altresì che esistono vari livelli di gravità (il bambino può rimanere non-verbale), ma se trattati con tempestività, molti bambini autistici potrebbero essere in grado di regalare al mondo scoperte, invenzioni, progetti molto più precisi e dettagliati rispetto ai bambini con sviluppo tipico.

Un cervello normale trascura i dettagli degli oggetti, di un paesaggio, di un progetto, mentre la mente autistica si focalizza sui particolari perché pensa per immagini e non con il linguaggio verbale. Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che le persone autistiche pensano con la corteccia visiva primaria. Quindi il “pensatore visivo” fotorealistico è un tipo di mente che può essere scarso in qualche materia ma geniale in altre attività o discipline.

L’aumento della capacità di pensare va a discapito della capacità di socializzare.

 

Una mente diversa

Esistono diversi tipi di menti, alcune persone pensano per schemi, in modo astratto, come i programmatori e gli ingegneri; altri possiedono una mente musicale o matematica. Altri hanno una mente verbale (conoscono ogni argomento), altri ancora hanno difficoltà nella sfera sensoriale (sensibilità ai suoni e alle luci) o ai cambiamenti repentini (alle novità). Con opportuni accorgimenti, secondo Temple si possono correggere o fare emergere le peculiarità di ogni individuo.

Pensare per immagini rende le persone autistiche in grado di visualizzare numerose immagini e rilevarne finemente i dettagli. Questo potrebbe essere un notevole vantaggio in alcune professioni, come lo è per la Grandin nel suo lavoro di progettista di strutture per il bestiame.

Lavorare con gli animali ha permesso alla scienziata di raccogliere informazioni riguardanti la mente animale, che, come la propria, si basa sui sensi e pensa per immagini, suoni, odori. Questo le ha permesso di cogliere dettagli unici.

Temple lavora perché questi tipi di menti abbiano la possibilità di svilupparsi e offrire al mondo il loro talento. Si dichiara contraria all’esclusione di alcune materie nelle scuole, come arte e meccanica e cita Van Gogh, in quanto egli non conosceva la fisica ma con le sue opere ha dato un interessante contributo all’arte.

Gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale per la buona riuscita di questo progetto, devono lavorare con questi studenti in modo diverso, adottando delle strategie mirate perché il bambino si entusiasmi e impari cose nuove e interessanti. Questi studenti devono essere sostenuti con almeno 20 ore settimanali con insegnamento individuale.

Non tutti i bambini otterranno gli stessi risultati, ma dove l’autismo è presente in forma meno grave, si potranno sviluppare talenti che riusciranno a vivere una vita familiare e lavorativa con soddisfazioni inaspettate.

Provo grande ammirazione per l’autrice perché, anche grazie all’aiuto avuto nell’infanzia, ha saputo trasformare difficoltà enormi in un lavoro, un’opera, un film, una propaganda che può aiutare tante persone a vivere una vita migliore donando un significativo contributo al mondo intero.

 

 


ACCESSORI UTILI


  • ESERCITATORE Terapeutico, TERAPIA SENSORIALE TwiddleSport – Ausilio terapeutico per persone affetti da Alzheimer, Demenza

Strumento di terapia sensoriale altamente efficace e sicuro, utilizzato per ridurre lo stress e accrescere la funzionalità cerebrale nei bambini con autismo e nei pazienti anziani affetti da Alzheimer e altre forme di demenza.
Aiuta a migliorare la forza e la manualità, aiuta inoltre a recuperare le abilità fini-motorie.
Il modello TwiddleSport presenta diversi elementi volti a migliorare le attività mentali e fisiche: fasce di nastri in tessuto, un anello di perline di legno multicolore, un sacchetto di pelle di daino attaccato frusciante al tatto, una toppa in Velcro e una sfera interna di plastica morbida su cui lavorare.
Ideale per la casa, centri riabilitativi e gli “spazi sicuri” a scuola e in altri contesti di gruppo, così come nelle strutture per la cura della memoria e case di riposo. Approvato da AblePlay, ed è riconosciuto dall’International Board of Credentialing e Continuing Education Standards (IBCCES) come uno strumento certificato per l’autismo.
Lavabile in lavatrice e asciugabiancheria dopo aver rimosso i gadget. Soddisfa tutti gli standard di sicurezza statunitensi ed europei.

 

 

in continuo aggiornamento…

I consigli e i suggerimenti che troverete nel sito non vogliono sostituirsi in alcun modo al parere del medico curante

 Bibliografia 

 

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