E’ importante considerare la pianta non come un aggregato di principi attivi, ma come un essere vivente, che prolunga la sua vita dentro di noi. Fiori, erbe, alberi, devono essere colti nella loro globalità. Conoscere il carattere di una pianta è importante. Solo così possiamo scoprire affinità o divergenze col nostro carattere, il nostro stile e la nostra personalità. Dobbiamo essere consapevoli di tutte le caratteristiche che la contraddistinguono nel vasto mondo vegetale.
Pedanius Dioscorides: De Materia Medica, ca. 1334 copia in Arabo, descrive effetti terapeutici di Carum carvi (cumino) e Anethum graveolens.
L’Erboristeria è un’antica arte che si occupa della conoscenza delle piante (erbe, piante medicinali, officinali, aromatiche e spezie), della loro coltivazione, raccolta, conservazione e commercio a scopi terapeutici (fitoterapia, galenica tradizionale), nutritivi o cosmetici.
E’ quindi una disciplina che mira a ristabilire e a promuovere il benessere attraverso le proprietà terapeutiche delle piante officinali e derivati.
STORIA e CULTURA
Sin dai tempi antichi le erbe venivano raccolte e preparate per sostenere la salute e il benessere dell’uomo.
La loro presenza all’interno di antiche tombe è testimonianza che a loro venivano attribuiti poteri magici e soprannaturali: in Iraq, all’interno di un sarcofago di 60.000 anni fa si sono trovate 8 diverse piante medicinali e ancor oggi gli sciamani dell’Amazzonia e i guaritori della Steppa assumono costantemente allucinogeni (ad esempio l’Amanita muscaria), preparano decotti, impacchi, unguenti e pozioni per curare i malati. La conoscenza, riguardo ai trattamenti e alla scelta delle piante, veniva trasmessa da una generazione all’altra.
Fu nel 3000 a.C. che comparvero le prime opere scritte; il più antico è il Papiro Ebers che elenca molte piante, consigli per il loro utilizzo, incantesimi e magie. Nel IV secolo a.C. Aristotele sosteneva che le piante possedessero un’anima.
Fu poi con Ippocrate (460 a.C.) che la scienza cominciò a separarsi dalla natura e dalla magia.
Col passare dei secoli il fiorire del commercio portò la ricchezza di nuovi studi e nuove conoscenze.
Oggi si possono distinguere, fra le altre, tre grandi tradizioni fitoterapiche:
- La tradizione popolare del mondo occidentale, basata sull’esperienza greca e quella romana;
- L’antichissima tradizione ayurvedica indiana;
- La medicina tradizionale cinese (MTC)
Questo patrimonio culturale, iniziato con l’uso sperimentale delle piante da parte delle popolazioni primitive, è utilizzato dalla scienza moderna che, con i suoi mezzi di ricerca atti ad isolare i principi attivi e ad individuare i meccanismi d’azione delle erbe, ha determinato la nascita di una “nuova erboristeria”.
Erboristeria tradizionale
L’erboristeria tradizionale era prerogativa delle casalinghe. Esse coltivavano spezie ed erbe medicinali nei loro orti o le raccoglievano allo stato selvaggio. Le utilizzavano fresche o le conservavano seccandole; oppure estraevano le sostanze mettendole in infusione in vino o grappa.
Preparazioni galeniche sofisticate venivano invece preparate da persone specializzate o farmacisti. I loro fornitori erano erboristi che raccoglievano per lo più le erbe allo stato selvatico.
Erboristeria moderna
L’Erboristeria moderna nel corso dell’industrializzazione sociale, è stata modernizzata. La raccolta selvatica d’un tempo è stata sostituita da coltivazioni agricole specializzate in erbe medicinali.
Fornivano e forniscono i loro prodotti alle industrie:
- alimentari
- cosmetiche
- erboristiche
- farmaceutiche
L’industria li elabora in:
- integratori alimentari
- prodotti salutistici
- cosmetici
- prodotti erboristici
- fitoterapici
- farmaci
Una tale specializzazione richiede delle formazioni nelle facoltà di Farmacia dell’Università italiana. Queste ultime offrono un corso di laurea in erboristeria (la denominazione varia a seconda della Facoltà), che include la conoscenza basilare di tutti prodotti, processi artigianali, commerciali, industriali e di consulenza.
ERBORISTERIA e FITOTERAPIA
La Fitoterapia era ed è, da sempre, una forma terapeutica. È adottata da medici dotti, naturopati, terapisti alternativi e complementari, guaritori e da persone senza formazione medica.
I prodotti industrialmente fabbricati sono reperibili nelle farmaci (come “fitoterapici”), nelle erboristerie (come “prodotti salutari”, senza finità terapeutica, che è ad uso esclusivo del farmacista), ed alcuni persino nei supermercati (come “integratori”).
Il vantaggio dell’industrializzazione è la comodità e una certa garanzia di qualità; lo svantaggio è costituito dai costi e dal fatto che vanno perse vecchie culture artigianali quali:
- orticoltura di piante medicinali: coltura degli ortaggi
- erboristeria selvatica
- raccolta e conservazione di fitorimedi
- le arti galeniche
La Fitoterapia è la disciplina medica che si serve delle piante e dei loro derivati per scopi medico-terapeutici.
Molti farmaci (si stima circa 1/3) si basano originalmente su sostanze sintetizzate da piante e non in laboratorio. Da tempi remoti, i medici oltre far capo agli erbari si servono di elenchi correlativi tra piante e loro effetti terapeutici.
Erboristeria e galenica
E’ l’arte degli erboristi, speziali, droghisti e farmacisti
Il nome proviene dal nome del medico Galenus. Con galenica si intende la preparazione di farmaci e rimedi partendo da droghe grezze o sostanze chimiche e sostanze ausiliarie. Erano e sono tutt’oggi preparazioni di galenica tradizionale, l’arte di speziali e farmacisti. Oggi si chiama anche “tecnologia farmaceutica”, visto che i prodotti sono solitamente preparati confezionati.
Da circa cento anni si usano delle tabelle correlative tra gruppi di principi attivi e piante che li contengono.
La galenica fitoterapica richiede grande esperienza e cautela nel calcolare e prevedere la quantità di principio attivo contenuta nei derivati vegetali utilizzati. Questa difatti, può variare sensibilmente a seconda di vari fattori come terreno e clima di coltivazione, metodo di raccolta, modalità di conservazione (essiccazione) e produzione del rimedio.
Contrariamente, nel rimedio farmacologico è sempre certa (o quasi) la quantità e qualità del principio attivo contenuto, come pure i loro possibili effetti collaterali.
Medicina popolare, raccolta conservazione e preparazione
Nella medicina popolare i fitoterapici sono il rimedio. Il tesoro di ricette è immenso.
La raccolta di piante medicinali selvatiche richiede precise conoscenze botaniche ed ecologiche.
La conoscenza di molte piante si può comunque imparare facilmente, facendo parte a gruppi che organizzano escursioni accompagnate da guide esperte in erboristeria.
FITOTERAPIA
Abbiamo visto che la Fitoterapia è una pratica terapeutica che impiega le piante officinali nelle loro varie forme per migliorare la salute e il benessere. È sicuramente la più antica di tutte le medicine, in quanto l’uomo utilizza le piante per la salute fin da quando apparve sulla terra ed essa rappresenta tutt’ora l’unico strumento usato da popolazioni impossibilitate ad accedere ai farmaci di sintesi.
Le origini
L’uomo di Neandertal faceva già uso curativo delle erbe e in Cina sono stati rinvenuti reperti archeologici che dimostrano che il loro impiego risalirebbe all’8000 a.C. Il primo papiro egizio che testimonia l’uso delle erbe medicinali risale alla stessa epoca. Ebrei, Fenici, Greci, Romani e Arabi conoscevano e usavano le piante officinali. In Occidente, la tradizione erboristica ha avuto il suo culmine durante il Rinascimento per poi declinare fino alla riscoperta dei nostri giorni. Oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene che in tutto il mondo i trattamenti a base vegetale siano quattro volte più comuni di quelli della medicina tradizionale.
La Fitoterapia: indispensabile per la salute e il benessere
La Fitoterapia studia, seleziona e impiega le erbe officinali che hanno proprietà biologiche attive e specifiche.
Le piante medicinali possono quindi aiutare a migliorare la circolazione, l’elasticità dei tessuti, a risolere problemi di stitichezza, colite, a dormire, dimagrire, ripristinare i processi metabolici, essere utili contro i radicali liberi… consentendo all’organismo di conservarsi in salute, prevedendo e contrastando l’insorgenza o la presenza di malattie.
Il primo ruolo dei prodotti fitoterapici è quello di costituire un supporto naturale indispensabile per il benessere.
Le preparazioni fitoterapiche: un insieme di sostanze attive che si potenziano reciprocamente
Le preparazioni fitoterapiche agiscono grazie alla presenza di molteplici principi attivi e in particolare attraverso il fitocomplesso, un insieme di sostanze biochimiche dinamico, che si attiva grazie all’interazione dei vari costituenti che si potenziano reciprocamente.
I principi attivi sono sostanze particolari (per esempio acidi, alcaloidi, amari, glucosidi, ecc.), ognuna delle quali è dotata di determinate proprietà: antisettiche, antibatteriche, digestive, lassative, sedative, stimolanti… Alcuni principi attivi sono irritanti, mentre gli alcaloidi sono tossici (la maggior parte anche se assunti in piccole quantità)
ESTRATTI d’ERBE EFFICACI – PRODOTTI NATURALI DI QUALITÀ
I prodotti naturali devono essere realizzati da officine autorizzate dal Ministero della Salute, rispettare gli standard delle procedure di autocontrollo di corretta prassi igienica in ambito alimentare e, inoltre, rispondere a rigorosi criteri qualitativi di purezza.
Trattamenti sicuri
La parte della pianta ricca di principi attivi, che viene utilizzata in Fitoterapia a scopi curativi, è definita droga.
Quando la pianta è utilizzata, sia nei preparati tradizionali, come tisane e decotti, sia nelle forme più moderne, come gli estratti secchi o liofilizzati, viene sottoposta ad un processo di estrazione che consente di concentrare i principi attivi. Le tecniche moderne permettono di misurare i livelli di principi attivi (titolazione) in modo da poter dosare con certezza le quantità da assumere e finalizzare l’uso della pianta allo svolgimento di una determinata attività salutistica, garantendo al contempo la ripetibilità del trattamento nel tempo.
Per un uso sicuro delle Erbe medicinali, se pensi di curarti o trattare i tuoi cari con la Fitoterapia, informa il tuo medico curante.
Utilizza erbe acquistate in erboristeria, meglio se biologiche.
Non assumere erbe in gravidanza o allattamento a meno che non siano contenute in prodotti specifici o prescritti dal medico. Leggere in ogni caso le controindicazioni indicate sul prodotto.
Le preparazioni a base di piante medicinali
INFUSI
Si versa acqua calda sull’erba posta in un recipiente di vetro o ceramica; dopo un periodo di infusione (5-10 minuti) si mescola e si filtra. Generalmente si utilizzano da 1 a 10 parti di droga per la preparazione di 100 parti di infuso.
Meglio berli subito
Gli infusi dovrebbero essere consumati non appena fatti. In ogni caso, non conservarli per più di 24 ore. Si possono usare per bagni, impacchi e pediluvi.
DECOTTI
L’erba va posta in acqua fredda (in un recipiente con coperchio) e portata ad ebollizione, lasciando poi bollire lentamente per 5 minuti (fiori, foglie, parte aerea) o 10-20 minuti (radici, cortecce, frutti). Solitamente si utilizzano 5 parti di droga per 100 parti di decotto.
Adatti anche per impacchi
I decotti vanno bevuti appena pronti. Si utilizzano anche per fare impacchi in alcune zone del corpo, imbevendo compresse di garza o cotone da applicare sulla pelle. Non si conservano per più di 12 ore.
SCIROPPI
Sono preparazioni liquide ma dense, a base di zucchero o miele (100 g per 100 cl di acqua calda), in soluzione concentrata di sostanze erbacee medicamentose. Si ottengono riscaldando il mix a fuoco diretto e mescolando fino a completo scioglimento dello zucchero.
Gli sciroppi hanno il vantaggio di mascherare il sapore sgradevole di alcune piante e si rivelano particolarmente utili nelle problematiche respiratorie. Si conservano in bottigliette di vetro scuro, in luogo fresco, anche per 2-3 mesi.
SUCCHI
La pianta fresca, mediante frullatore o mortaio, viene ridotta in polpa, che poi si filtra.
Per ottenere il succo si potrà usare uno spremiagrumi o una centrifuga. Sia nel caso della polpa che del succo, occorre impiegare il preparato immediatamente, o entro breve, conservandolo in frigorifero poiché facilmente deteriorabile. Il succo può essere bevuto o applicato, come la polpa, sulle parti da trattare.
MACERATI a FREDDO
Si ottengono lasciando macerare la droga in acqua fredda per un tempo prolungato. Sono indicati per estrarre i principi attivi da radici, legni e cortecce.
Le erbe si mettono in acqua fredda, in un recipiente con coperchio, e fanno riposare (macerare) al fresco (non nel frigo) per una notte o persino per settimane. Si possono macerare anche in olio o vino.
TINTURE
Le tinture si preparano per macerazione (per questo motivo sono anche dette macerati) delle erbe (fresche o essiccate). Le droghe vanno poste in acqua o alcol ( tra 50° e 70°) e si ottengono mescolando, secondo precisi rapporti, acqua e alcol (quello utilizzato per preparare i liquori). Non usare mai alcol denaturato o altri alcol diversi dall’etilico puro.
Di norma si utilizza una parte di droga per ottenere 5 parti di tintura finale.
Come preparare una tintura: dividere un contenitore di vetro in sei parti uguali. Nella prima parte mettere la pianta fresca sminuzzata a mano, riempire di alcol fino alla quinta parte, mentre la seconda parte lasciarla vuota; chiudere il barattolo ed esporlo al Sole per 21-28 giorni, agitandolo quotidianamente. Passato questo tempo, filtrare con un colino o una garza e versare la tintura ottenuta in bottigliette di vetro scuro con contagocce da riporre in un luogo fresco e buio. La tintura si conserva attiva fino a due anni.
Le Tinture madri si preparano macerando in alcol etilico la pianta fresca, secondo le norme della farmacopea francese o tedesca.
Dosi e modalità di assunzione: la dose di tintura per l’adulto è di 50-150 gocce al giorno (dipende dalla pianta, dal problema specifico della persona e dall’impiego contemporaneo di altri rimedi), da suddividere in 3 volte nell’arco della giornata. Assumere le gocce con poca acqua.
OLEOLITI
Gli oleoliti (oli vegetali usati per la macerazione a freddo di erbe) si usano soprattutto per la cura della pelle e contro i dolori articolari.
Si ottengono macerando la droga in olio di oliva o di semi, in genere con un rapporto pari a 80 parti di olio per 20 parti di droga.
VINI MEDICATI
Si preparano utilizzando come solvente vini, bianchi o rossi, di buona gradazione ( anche marsala o porto). I rapporti tra droga e vino variano da ricetta a ricetta ma, in genere, la proporzione media è di 1 a 20 (per ottenere 100 ml di tintura vinosa cioè si dovranno utilizzare 5 g di droga).
I vini medicati si somministrano a cucchiai o piccoli bicchieri e si consumano prima o dopo i pasti principali. Si conservano a lungo.
POLVERI
Le piante medicinali ben essiccate si possono macinare in un macinino ma la polvere risulta più fine se si pestano in un mortaio. Le piante così preparate potranno essere assunte diluite nell’acqua o sotto forma di cachet. Per uno esterno possono essere impiegate nella cura delle affezioni della pelle.
Le polveri ottenute dalla macinatura delle erbe officinali ben essiccate si usano per capsule e compresse.
LE APPLICAZIONI ESTERNE
Impacchi: immergere un telo in un decotto o in un infuso e applicarlo sulla zona interessata.
Cataplasmi: si mettono direttamente le foglie o i fiori freschi, leggermente pestati, sulla parte affetta. Se si hanno a disposizione le erbe essiccate, devono essere ridotte in poltiglia mischiandole con un po’ di acqua calda.
QUANDO ASSUMERE I RIMEDI PER USO INTERNO
Per ottenere il massimo dell’efficacia, è bene somministrare i rimedi fitoterapici in determinati momenti della giornata.
Mattino appena svegli: antinfiammatori – tonici – diuretici – depurativi – lassativi – sedativi
Lontano dai pasti: epatoprotettori – sedativi della tosse
Mezz’ora prima dei pasti: amari – digestivi – antiacidi – stimolanti o inibenti dell’appetito
Dopo i pasti: digestivi – antifermentativi – spasmolitici
Prima di coricarsi: sedativi – antireumatici – rimedi utili per la circolazione
Quando il trattamento fitoterapico è prolungato, somministrare il rimedio per 20 giorni al mese, con 10 di pausa, oppure per due mesi e uno di riposo.
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