Il Secondo Chakra, sessualità e riproduzione
Svadhisthana significa dolcezza.
E’ localizzato poco al di sopra del pube, circa tre dita al di sotto dell’ombelico.
La sua funzione è legata al desiderio, al piacere, alla sessualità, alla procreazione, alla capacità di provare emozioni primordiali non mentali e al rapporto con il cibo. Questo centro energetico rappresenta la comunicazione del nostro corpo fisico con lo spirito: il corpo ci informa di ciò di cui ha bisogno e di ciò che trova piacevole e desiderabile. In una situazione ideale, siamo in grado di attuare perfettamente questa comunicazione.
Gli organi collegati con il secondo Chakra sono: intestino, vescica, utero, ovaie, prostata. ed è associato alle gonadi, ai genitali, ai reni, al basso addome ed ai sistemi circolatori.
I reni rappresentano il simbolo della paura. Le disfunzioni del secondo Chakra provocano a livello fisico impotenza, frigidità, patologie dell’apparato genitale, anche a livello lesionale (fibromi, adenomi prostatici, ecc.), dell’apparato urinario e rigidità lombosacrale.
Dal punto di vista psicologico un secondo Chakra scompensato comporta mancanza di autostima, fobie, panico ed ansietà. Dal punto di vista emozionale, lo squilibrio di questo Chakra può condurre alla ricerca ossessiva del piacere, anche e soprattutto a livello sessuale sino all’aberrazione, qualora sia iperfunzionante, ma anche ad una totale chiusura nei confronti della sessualità della vita, generando una sorta d’anestesia della capacità di provare gioia non intellettuale, qualora sia invece ipofunzionante. Questo Chakra si riscontra spesso scompensato nei soggetti di sesso femminile (si tenga presente che la polarità propria di questo Chakra, come quella di tutti i Chakra pari, è Yin). Il secondo Chakra indica la nostra parte emozionale, le nostre paure, le cose che ci hanno spaventato, che ci paralizzano. É il primo passo dell’energia verso la smaterializzazione.
I 4 principi alchemici
Vale la pena di ricordare, che i quattro principi alchemici sono in fondo i quattro principi dell’energia:
1) principio: nell’uno è il tutto, cioè nella mia cellula avviene la stessa cosa che avviene nella cellula della galassia; ·
2) principio: la materia è la parte invisibile dell’invisibile, cioè quello che noi vediamo materializzato, è la parte che noi abbiamo reso tangibile rispetto all’omologa energia invisibile;·
3) principio: come in alto così in basso e viceversa, cioè lo Yin e lo Yang, il bianco e il nero, il giorno e la notte, la luce e il buio, ovvero quello che avviene ad un livello avviene anche all’altro livello.·
4) principio: la natura è costantemente rinnovata dal fuoco, vale a dire che solo nella fede quello che ti brucia dentro ti permette di rinnovare la tua vita.·
All’equilibrio del secondo chakra fa riferimento anche la capacità di generare (a volte tante infertilità sono in realtà legate a una tensione inconscia in quest’area della coscienza, e si risolvono quando la persona, a livello profondo, decide di darsi il permesso di avere figli).
Questo chakra ha come simbolo geometrico la falce di luna racchiusa in un cerchio, emblema dell’elemento Acqua; rappresenta dunque anche la nostra relazione con questo elemento: è bene imparare a conoscere e ad avere confidenza con l’elemento Acqua: imparare a nuotare, godersi il mare o i laghi … quanta serenità può dare la contemplazione di una distesa d’acqua.
Al mare, o in qualsiasi specchio d’acqua cristallino, è bello lasciarsi galleggiare, aprendo le braccia e le gambe: sentire che le tensioni si sciolgono mentre ci si fa cullare come quando si stava nel grembo materno.
L’organo di senso rapportato al secondo chakra è la lingua, sede del gusto, mentre l’organo d’azione sono le mani. Il metallo: il rame.
Fiore di Bach: AGRIMONY
Il numero 6, cui rimandano i petali, significa in Cina il numero del cielo dal punto di vista della manifestazione: il «cielo in azione» dell’esagramma dell’I Ching che ricorda molto da vicino la «forza vitale del lingam» cui rimanda il chakra; una «energia» di connotazione maschile che agisce su una «energia» di connotazione femminile, simboleggiate rispettivamente da un triangolo a punta in su e da uno a punta in giù.
In India tale simbolo rappresenta la penetrazione della yoni da parte del lingam, simbolo della spinta verso la generazione e quindi della tendenza espansiva insita nell’universo manifestato, che si mantiene nel susseguirsi di continue morti e rinascite.
Per i discendenti dei Maya è invece il simbolo ciclico della luna e segna il compimento di una evoluzione, dalla nascita alla morte; infatti, il sesto giorno per i Maya appartiene agli dei della pioggia e della tempesta e il sei è, quindi, un numero anche nefasto legato alla morte (= coccodrillo) oltre che alla generazione.
Nella Bibbia, nell’Apocalisse, l’Anticristo, la Bestia portatrice di morte è designata con tre sei: 666. Ma sempre nella Bibbia il numero sei è ugualmente legato alla creazione; il mondo fu creato in sei giorni e la tradizione ebraica lo fa durare per sei millenni.
Lo scenario segna quindi l’opposizione (o l’unione) della creatura al Creatore, la distinzione-separazione della creatura dal creatore (nel 1° chakra sono ancora uniti), fonte di tutte le ambivalenze della manifestazione e quindi della vita stessa, così come della morte.
Notiamo anche che il sei è quasi esattamente il rapporto della circonferenza con il raggio (2π) ed arriviamo così al secondo simbolo espresso dal chakra, ovvero la circonferenza, in quanto emanazione del centro.
La creazione, quindi, nell’infinita molteplicità di tutte le sue forme generate dalla polarizzazione, è simbolizzata dagli infiniti punti che costituiscono la circonferenza.
Il cerchio è assimilato anche al simbolo uroborico del serpente che si morde la coda, pure simbolo ciclico dell’evoluzione e dell’eterno ritorno, del continuo ripresentarsi di morti e rinascite, nell’inesauribilità della creazione.
Secondo alcune correnti psicologiche, la totalità multiforme espressa dall’Uroboros rappresenta molto bene le infinite sfaccettature dell’inconscio. L’Uroboros diviene, perciò, simbolo dell’inconscio stesso, dove tutto è presente contemporaneamente e da cui ogni singola individualità (ogni punto della circonferenza) tenta faticosamente di separarsi.
Abbiamo in questo caso:
cerchio = inconscio – centro = coscienza, ovverosia una dualità analoga a quella vista in precedenza:
cerchio = creato – centro = Creatore, a sua volta analoga alla polarità insita nel numero 6 3+3 (maschile – femminile).
Le figure geometriche sono ulteriormente specificate nel loro significato da altri simboli: l’elemento di Svadhisthana è l’acqua, raffigurata come acqua notturna illuminata da un quarto di luna e animata da un essere mitico composito in cui vi sono anche pesce e coccodrillo.
L’acqua, come già si è visto, è in tutti i miti «il grembo primordiale della vita» che tutto può generare (o distruggere).
Così notturna, da un punto di vista psicologico, è simbolo di un femminile inconscio e terrifico che minaccia di prevalere o ancora prevale sullo sviluppo cosciente. Anche la luna è un diffusissimo simbolo del femminile nella sua accezione notturna, oscura, e quindi psicologicamente parlando, inconscia.
Infine la «bestia», mezzo pesce e mezzo coccodrillo, mentre da un lato suggerisce un passaggio dall’acqua all’aria e quindi uno sviluppo verso uno stadio evolutivo superiore, dall’altro nel coccodrillo, conferma la natura pericolosa e terrifica del potere contenuto nel chakra.
Il colore di questo chakra è l’arancione (il colore complementare è il bianco latte). E’ possibile notare che i processi germinativi avvengono in una oscurità appena illuminata da un tenue fuoco. C’è qui, quindi, più calore che nel primo chakra, perché la vita ha bisogno di un po’ di «fuoco», ma ce n’è meno che nel chakra successivo perché troppo fuoco «brucia». Lo sviluppo della vita ha bisogno, infatti, di una tiepida umidità.
Il mondo soggetto al cambiamento, cioè l’ambito dell’esistenza manifestata in tutte le sue forme, nei continui cicli di morti e rinascite, sembra essere il tema e il potere di questo chakra. Qui, paiono dire i simboli, si «incarnano» gli esseri, qui nasce la vita nelle sue forme mai esaurite. Ma con il comparire della vita, compare anche la morte; con la possibilità di una evoluzione, compare anche il pericolo di una discesa; con l’inizio di una separazione cosciente, compare anche ogni rischio di involuzione verso l’inconscio.
Possiamo individuare in questa fascia corporea l’apparato genitale, attraverso il quale si manifesta ed è possibile l’incontro delle polarità maschile – femminile, lo sviluppo delle cellule germinali, l’ovulo e lo spermatozoo, e l’apparato urinario.
I cinesi attribuiscono al rene, organo centrale di questo apparato, il significato di organo dell’energia ancestrale, cioè dell’energia «originaria» che permette la vita dell’organismo. Spesso i reni sono anche il simbolo sia della potenza procreatrice, sia della capacità di resistenza dell’organismo (si dice, infatti, «forte di reni»).
In effetti la funzione dell’apparato renale è quella di mantenere la vita separando continuamente le scorie dalla parte buona dell’organismo, le «acque pesanti e sporche» da quelle pulite e leggere. Se questa energia che separa il «sé» dal «non sé» cessa, l’individuo muore. Se il rene funziona poco e male, la forza e l’energia dell’individuo sono scarse.
Anche il surrene racchiude un’energia capace di conservate la vita, sia attraverso l’ormone legato alla sua porzione midollare, cioè l’adrenalina (ortosimpatico) che entra in gioco nelle reazioni di difesa, sia attraverso gli ormoni legati alla sua porzione corticale, cioè i corticosteroidi (esempio cortisolo – cortisone e l’aldosterone), che pure partecipano a mantenere l’omeostasi dell’organismo anche coadiuvando l’attività renale (aldosterone).
Esaminando l’apparato renale e quello genitale si coglie l’analogia delle loro funzioni: «energia vitale in movimento», che genera la vita, le individualità, attraverso l’unione (o la separazione) di polarità. Può ciononostante stupire la collocazione topografica su piani diversi di questi due apparati. Basta, però, ricordare che lo sviluppo delle vie uro-genitali ha un denominatore comune, se lo si esamina nel corso della vita embrionale.
Entrambi gli apparati derivano, infatti, dai dotti mesonefrico e paramesonefrico (cordone uro-genitale) e hanno inizialmente un’analoga collocazione topografica. Solo successivamente, dal 3° mese in poi, le gonadi migreranno per raggiungere la loro collocazione definitiva, insieme agli apparati genitali maschile o femminile, che nel frattempo si sono pure differenziati.
L’esame delle funzioni legate agli organi di Svadhisthana conferma perciò il potere di generazione della vita (e della morte) legato a questo chakra, esattamente come già i simboli della ruota avevano indicato.
Come fertilità e fecondità rappresentano l’espressione della vita nelle molteplici forme su un piano istintivo, individuale e sociale, la creatività ne è l’espressione su piani più elevati. La creatività è l’azione che più avvicina la creatura al Creatore: il “creativo” per eccellenza. Nella concezione yogica ciò si esprime in “Ajna Chakra” (4° chakra) speciale centro di energia e coscienza connesso con le facoltà intuitive da dove sorge la creatività.
Varie sono le tecniche per stimolarlo e per stabilire una connessione tra il centro della fecondità e quello della creatività e dell’intuizione, affinché l’essere umano possa giungere al suo pieno sviluppo recuperando pienamente la sua dimensione femminile (la funzione creatrice) e giungere alla sua reale destinazione: quella di divenire ed essere co-creatore.
Oli essenziali per il Secondo Chakra
Per equilibrare il secondo chakra attraverso gli oli essenziali, utilizziamo prevalentemente oli freschi, dolci, fruttati.
L’olio essenziale di Arancio dolce, ad esempio, libera ed equilibra; quello di Neroli (la zagara, il fiore dell’arancio) permette al secondo chakra di fiorire; e ancora l’olio di Mandarino, Lavanda e Gelsomino.
L’olio di semi di Carota radica il secondo chakra alla terra, “radicando” le emozioni, mentre l’essenza di Geranio mette in comunicazione secondo e quarto chakra, il cuore.
in continuo aggiornamento…
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