Anatomia
L’apparato genitale femminile è formato da un gruppo di organi interni, alloggiati nel piccolo bacino, e da organi esterni situati a livello perineale.
Gli organi genitali interni sono: le ovaie, in cui avviene la maturazione delle uova; le trombe uterine o salpingi, che danno passaggio all’uovo diretto alla cavità uterina; l’utero in cui, in caso di fecondazione, si sviluppa l’embrione e quindi in feto; la vagina, organo copulatore femminile destinato a ricevere il pene durante il coito.
Gli organi genitali esterni sono: la vulva, costituita dalle piccole e grandi labbra, clitoride e vestibolo della vagina; talvolta si include, nei genitali esterni anche il monte di Venere (area cutanea al di sopra della sinfisi pubica) e il sistema pilifero del pube.
Le ovaie
Le ovaie, situate nel piccolo bacino ai lati dell’utero, hanno la forma e le dimensioni di una mandorla, hanno la superficie liscia nella bambina, irregolare e con molte protuberanze nella donna dopo la pubertà. Le ovaie presentano un ilo inferiormente, attraverso cui passano i vasi sanguigni e i nervi. Sono completamente avvolte nel peritoneo, che le lega alla parete addominale, all’utero e alle salpingi.
L’ovaio presenta una parte interna o midollare, piuttosto omogenea, ricca di vasi sanguigni, e una parte periferica, o corticale, ricca di piccoli corpiccioli rotondi: i follicoli oofori.
Il processo di gametogenesi
Il processo di gametogenesi femminile ha inizio già nel periodo fetale.
Dopo il quinto mese di vita fetale inizierà una loro progressiva riduzione numerica.
Dopo il secondo mese di vita fetale ha inizio la trasformazione di gruppi di ovogoni in ovociti primari.
Entro il settimo mese di vita fetale tutti gli ovogoni sono diventati ovociti primari circondati da 4 o 5 cellule follicolari con le quali costituisce il cosiddetto follicolo primordiale o primario e questo stadio perdura fino alla nascita.
Alla nascita l’ovaio presenta fino a 400.000 follicoli primordiali, che si riducono progressivamente: alla pubertà ne rimangono circa 40.000. Ogni follicolo contiene un oogonio. Dalla pubertà alla menopausa un follicolo ogni ventotto giorni circa subisce un complesso processo maturativo, al termine del quale verrà espulso dall’ovaio e scenderà nell’utero. Dei circa 400.000 follicoli, quindi, solo 400 maturano. Gli altri subiscono processi regressivi e vengono distrutti.
La maturazione dell’ovocita dura in media 14 giorni. L’espulsione dell’uovo maturo crea una piccola ferita nell’ovaio, ferita che si trasforma in corpo luteo. Questa è una particolare ghiandola endocrina temporanea che, in caso non sia intervenuta la fecondazione, rimane attiva solo per una decina di giorni, dopo di che regredisce. In caso di fecondazione la sua attività durerà per circa 4/6 mesi. L’involuzione del corpo luteo determina nell’ovaio una piccola cicatrice connettivale.
Oltre al corpo luteo – che produce l’ormone progesterone – anche il follicolo ooforo in via di maturazione si comporta da ghiandola endocrina, producendo estrogeni. L’attività ghiandolare di queste strutture ovariche è stimolata dall’ipofisi mediante le gonadotropine (FSH e LH) e a sua volta agisce sull’utero, nel quale determina importanti modificazioni, servono allo sviluppo della mucosa uterina per consentire la fecondazione e lo sviluppo dell’ovulo.
L’utero
L’utero è un organo cavo, di tessuto muscolare, a forma di pera rovesciata. È situato pressoché al centro della piccola pelvi. Normalmente l’orifizio uterino esterno si trova all’altezza del margine superiore della sinfisi pubica, in un piano frontale passante per le spine ischiatiche. Rispetto alla colonna vertebrale, corrisponde alla 1a-2a vertebra coccigea.
La parte inferiore, più stretta, sfocia nella vagina all’altezza del collo dell’utero.
Anteriormente poggia sulla vescica, dalla quale è separato tramite il recesso peritoneale “cavo vescico-uterino”. Posteriormente è in rapporto col retto attraverso l’interposizione di un altro recesso peritoneale, il cavo retto-uterino, detto anche “Cavo del Douglas”, che solitamente contiene anse dell’intestino tenue. Lateralmente al retto prendono inserzione, su entrambi i lati, i legamenti larghi, delle formazioni peritoneali contenenti tessuto connettivo e strutture vasali e legamentose (legamento rotondo, tuba uterina, uretere, parte delle ovaie).
È l’organo della gestazione
L’utero è l’organo della gestazione, ha cioè la funzione di accogliere l’uovo fecondato e di consentirne lo sviluppo. È un organo impari, cavo, che in alto riceve lo sbocco delle tube uterine e in basso si apre nella cavità vaginale.
Le sue pareti sono spesse e contengono una sviluppata muscolatura liscia le cui contrazioni determinano, al termine della gravidanza, l’espulsione del feto. Nella nullipara (donna che non ha avuto figli), l’utero ha nell’insieme una lunghezza di 6-7 cm, una larghezza massima nella sua parte superiore di 3,5-4 cm e uno spessore di 2,5 cm. Questi valori si modificano notevolmente nelle multipare, in cui l’organo acquisisce peso e dimensioni maggiori.
La parte espansa in alto è il corpo dell’utero, la parte ristretta in basso, è il collo dell’utero. Il fondo dell’utero, invece, è la parte superiore del corpo, arrotondata, che sporge oltre un piano passante per il punto di entrata delle tube.
L’endometrio è una mucosa particolare che tappezza l’utero e subisce modifiche durante il ciclo mestruale, ispessendosi sotto l’influenza degli ormoni prodotti dall’ovaia.
Tube uterine
Le tube sono le vie di escrezione dell’ovulo, situate fra l’ovaia e l’utero. E’ il luogo d’incontro tra l’ovulo e lo spermatozoo.
Fisiologia dell’apparato genitale femminile
Le funzioni degli organi genitali femminili sono regolate non solo dal sistema nervoso – per quanto riguarda gli atti riflessi che avvengono durante l’accoppiamento – ma anche dal sistema endocrino, per quanto riguarda la funzione ovarica e uterina, dalla pubertà (11-12 anni), quando compare la prima mestruazione (menarca), alla menopausa (45 anni circa), quando le mestruazioni cessano.
Il ciclo ovarico
Nella corticale dell’ovaio all’epoca della prima mestruazione sono presenti circa 40.000 follicoli oofori primari, formati da un ovocita circondato da uno strato di cellule “follicolari”. Sotto l’azione dell’ormone FSH (Ormone Follicolo Stimolante) ipofisario, alcuni di questi follicoli vanno incontro ad un processo maturativo che dura circa 14 giorni. Le cellule follicolari si moltiplicano disponendosi a più strati, mentre l’ovocita continua la divisione meiotica interrotta prima della nascita, e aumenta di volume, arricchendosi di materiali proteici di riserva.
Proseguendo la maturazione, tra le cellule della granulosa compaiono piccole cavità piene di liquido (liquor folliculi), secreto dalle cellule stesse, che ben presto confluiscono in un’unica cavità follicolare. In questa sporge una passerella di cellule della granulosa, che contiene l’ovocita, detta cumulo ooforo.
Contemporaneamente a questi fenomeni, attorno alla parete del follicolo si organizzano le cellule interstiziali dell’ovaio formando le teche, che hanno una funzione sia di contenzione, sia endocrina.
Il follicolo vescicoloso di Graaf
Dei vari follicoli che hanno iniziato il processo maturativo, uno solo, di regola, sotto la spinta degli ormoni LH e FSH si trasforma in follicolo vescicoloso di Graaf. Il follicolo raggiunge il volume massimo (che può arrivare a 15 mm), sporgendo alla superficie dell’ovaio, scoppia e permette la fuoriuscita dell’ovocita che, grazie a delle strutture ciliate, chiamate fimbrie, sarà portato lentamente dalle tube di Falloppio all’utero.
Ovulazione e fecondazione
Dal momento dell’ovulazione la durata della vita della cellula uovo è di circa 12-24 ore. Se in questo periodo si congiungesse all’altezza della regione ampollare con uno spermatozoo (che può restare vitale per una media di 24 ore – ma anche fino a 5 giorni), in 3 – 4 giorni andrebbe ad impiantarsi nell’utero con il nome di morula.
Solitamente i follicoli che non hanno raggiunto lo stadio finale di maturazione vanno incontro a fenomeni involutivi e degenerano (atresia).
Il follicolo scoppiato si affloscia, sotto l’azione dell’ormone LH, la sua cavità viene colonizzata da cellule della granulosa e delle teche che, essendo ricche di gocciole lipidiche, vengono dette cellule luteiniche.
Si costituisce così una nuova struttura endocrina, il Corpo luteo, che rimarrà attiva per 10-12 giorni se l’uovo non viene fecondato (corpo luteo mestruale).
In caso di fecondazione il corpo luteo rimarrà attivo per circa 4 mesi (corpo luteo gravidico). In ogni caso, regredendo, formerà una pallida cicatrice connettivale detta corpo albicante (corpus albicans).
La fase follicolinica
La fase follicolinica, cioè il processo di maturazione del follicolo primario, è sostenuta dall’FSH. Al termine dei 14 giorni il livello ematico di questo ormone scende in modo da stimolare l’ipotalamo (struttura nervosa del cervello che produce delle sostanze chiamate relesing factors – fattori liberanti) a produrre un fattore che favorisce la liberazione di LH (relaxina o ormone Luteinizzante).
Questo ormone determina nell’ovaio la formazione del corpo luteo (fase luteinica). Dopo 10-12 giorni (in caso di mancata fecondazione) il livello ematico di LH scende a sua volta in modo da stimolare i centri dell’ipotalamo (cioè la neuro ipofisi) a produrre una relaxina per l’FSH. Il ciclo quindi può ricominciare.
Il ciclo mestruale
La mucosa dell’utero (endometrio) va incontro a modificazioni cicliche che comportano la caduta e l’espulsione di pressoché tutta la mucosa (mestruazione), poi la rigenerazione e proliferazione; infine l’inspessimento e la congestione della mucosa stessa. L’insieme di questi fenomeni prende il nome di ciclo uterino.
Col termine ciclo mestruale si indica l’insieme dei processi ovarici e uterini, legati da complessi meccanismi ormonali. Un ciclo mestruale dura in media 28 giorni, con variazioni individuali.
Viene definita: amenorrea la mancanza di mestruazioni; oligomenorrea l’irregolarità nella durata del ciclo, che in genere è più lungo della norma; ipomenorrea lo scarso flusso mestruale; ipermenorrea o metrorragia un flusso più abbondante e più duraturo della norma.
Il ciclo uterino
Un ciclo uterino medio è composto da tre fasi:
- fase mestruale, della durata di 3-4 giorni, durante la quale si ha la caduta dell’endometrio e l’emorragia
- fase proliferativa, che dura 10-11 giorni, durante la quale l’endometrio rigenera e prolifera
- fase secretiva, che dura 14 giorni, durante la quale la mucosa si ispessisce e si prepara ad accogliere l’uovo fecondato.
Tali fasi sono strettamente legate agli eventi che accadono nell’ovaio.
Durante la fase follicolinica, che corrisponde nell’utero alle prime due, il follicolo in via di maturazione (regolata dall’Ipotalamo), produce gli estrogeni. Questi ormoni hanno due funzioni importanti: man mano che sale il loro livello ematico, esplicano un’azione inibente sulla liberazione dell’FSH da parte dell’ipofisi, inducono nell’utero la rigenerazione e la proliferazione dell’endometrio e stimolano inoltre la crescita dei tessuti del seno.
Al termine della fase follicolinica (ovulazione), il livello di FSH raggiunge un valore critico che stimola la liberazione dell’LH e quindi la formazione del corpo luteo (fase luteinica). Le cellule luteiniche iniziano quindi a secernere l’ormone progesterone che, come gli estrogeni, ha una duplice azione. Man mano che aumenta nel sangue, deprime la liberazione di LH induce l’endometrio a farsi edematoso (ricco d’acqua e soffice), riccamente vascolarizzato, con ghiandole congeste e piene di glicogeno e muco (fase secretiva).
Tali condizioni sono ideali perché l’uovo, eventualmente fecondato, possa annidarsi nella parete uterina ed essere nutrito. Ma la salita del livello di progesterone nel sangue porta al blocco dell’LH, e il corpo luteo regredisce.
Cala allora il progesterone e la mucosa uterina si viene a trovare priva di stimolazione ormonale, degenera rapidamente e si stacca dalla parete dell’organo con rottura dei vasi. Si ha in tal modo un’emorragia che si conclude in 3-4 giorni.
Il corpo luteo, oltre al progesterone, produce anche estrogeni. L’involuzione della ghiandola porta alla caduta del livello ematico di questi ormoni, per cui all’ipofisi viene a mancare l’azione frenante degli estrogeni sulla produzione dell’FSH. Ricomincia la liberazione della gonadotropina e riprende la maturazione dei follicoli.
Quando invece l’uovo viene fecondato, discende nell’utero e penetra nello spessore dell’endometrio. Così facendo impedisce all’ipofisi, con un meccanismo ancora sconosciuto, di riprendere la produzione dell’FSH e costringe il corpo luteo a mantenere la sua funzionalità. Anche questa però si esaurirà entro circa 4 mesi, quando sarà sostituita dall’attività endocrina della placenta.
Aspetti simbolici
Nel mondo simbologico, la malattia psicosomatica dell’apparato riproduttore femminile, spesso ha caratteristiche, pur nella assoluta unicità di ogni singolo caso, comuni.
Adolescenza e ciclo mestruale
La comparsa delle mestruazioni caratterizza la fase puberale, la trasformazione della bambina in donna. Il vissuto personale dell’evento è influenzato spesso dalle aspettative che si sviluppano nel periodo d’attesa che precede la comparsa dell’evento e dall’età in cui si presenta. Alla comparsa delle mestruazioni sono legati tre aspetti fondamentali:
- inizio della maturità
- completamento dello sviluppo sessuale
- possibilità di avere figli
Ognuno di questi aspetti può avere, singolarmente o collettivamente, un ruolo nei disturbi del ciclo.
La comparsa del ciclo è il segno concreto della fine della fase infantile e dell’ingresso nella fase adulta, una trasformazione che assorbe l’attenzione dell’adolescente, facendola oscillare continuamente tra narcisismo e insicurezza.
La reazione angosciosa e depressiva che in seguito affligge alcune donne all’avvicinarsi del ciclo è dovuta al riaccendersi di questa antica paura che “qualcosa di terribile stia per accadere” (spesso conseguente alla delusione delle attese di libertà e autonomia connesse al “diventar grandi”, che non solo non si realizzano, ma anzi si traducono in un aumento di controllo della libertà da parte dell’ambiente familiare, con in più oscure “minacce” di colpa).
L’adolescenza è già di per sé caratterizzata dal contrasto desiderio/resistenza, piacere/paura e le mestruazioni si inseriscono in questo quadro agendo da elemento di sviluppo o da ostacolo. La possibilità di avere figli spinge all’identificazione con la figura materna. Il tipo di atteggiamento che la madre ha verso la propria ciclicità, la sessualità e il rapporto più o meno conflittuale tra la figlia e la madre stessa, può determinare un’ampia gamma di atteggiamenti emotivi e di disturbi mestruali collegati.
I disturbi legati al ciclo mestruale
I disturbi che riguardano l’apparato riproduttivo femminile possono essere collegati:
– al rifiuto della propria femminilità
– a un senso di colpa o di rivolta nei confronti di incesto, violenza o aborto
– a problemi che hanno a che vedere con la propria famiglia (nascita, separazione, perdita di un membro della famiglia, sofferenza della madre)
– a un senso di colpa legato a tabù sessuali (convinzioni errate)
– al bisogno di proteggersi dalle relazioni sessuali.
Le ovaie
Le ovaie rappresentano la femminilità e la creatività, perché è grazie ad esse che la donna può dare la vita. La creatività può riguardare tanto la nascita di un figlio quanto quella di un progetto.
I dolori alle ovaie possono essere collegati alla difficoltà di accettare la condizione femminile, o perché abbiamo visto nostra madre dominata, sottomessa, come cancellata di fronte a nostro padre, o perché i nostri fratelli godevano di privilegi che a noi non erano concessi. Oppure perché sentiamo che è difficile assumere il posto che ci compete in un mondo diretto e governato in gran parte da uomini. I dolori ovarici possono provenire anche da una preoccupazione nei confronti di un figlio o di un progetto che desideriamo mettere in cantiere.
L’ovarite, infiammazione di un’ovaia, può essere legata a collera o senso di ribellione nei confronti della condizione di essere donna, o rispetto alla condizione delle donne in generale.
La cisti ovarica risulta molto spesso dal dolore per una perdita o da una grande delusione proveniente dalla nostra creatività. Può trattarsi dell’aborto di un progetto, di un feto, oppure della morte di un figlio, o della difficoltà a procreare. Quanto questo tema sia legato a quello dell’attesa di un figlio lo dimostra il fatto che le cisti compaiono praticamente solo dopo la deflorazione. Un frequente modo di formazione che può portare a forti sofferenze nel periodo della maturità sessuale è la persistenza del follicolo. Si arriva alla persistenza del follicolo al di là del suo tempo se l’uovo rifiuta il “salto”.
A livello fisico questo è spesso dovuto al fatto che la bolla del follicolo non scoppia, perché è troppo dura e resistente. Non di rado la vescichetta dell’uovo cresce sul posto, diventa più grande e può diventare una cisti piena d’acqua e giungere fino a dieci centimetri. Laddove tutto diventa tessuto connettivo duro e resistente e l’uovo non può essere rilasciato, potrebbe risuonare un richiamo ad un mancato lasciarsi andare nella propria primordiale area femminile. Si tratta di un ovulo gonfiato, che quindi mette in evidenza l’importanza del tema, che rifiuta il salto e cresce nel luogo sbagliato.
L’uovo come simbolo di fertilità non è riuscito a lasciare il primo nido e a mettersi sulla strada faticosa, avventurosa e pericolosa dell’evoluzione. L’accumulo del liquido tissutale corrisponde, come ogni acqua, all’elemento spirituale. Spesso si tratta di lacrime accumulate che non hanno potuto essere versate nel luogo e nel momento giusto. Lacrime che non si possono mostrare apertamente riguardano sovente i desideri inconsci o solo semiconsapevoli di maternità, che vengono murati qui nel basso ventre e non vengono mai alla luce della propria coscienza.
Il cancro all’ovaia, proprio come la ciste ovarica, è legato al dolore di una perdita che riguarda un progetto o un bambino ma, in questo caso, al dolore per quella perdita si aggiunge un senso di colpa. Al dolore per la perdita, amplificato da senso di colpa, possono aggiungersi altre emozioni, quali la collera, il disgusto e addirittura l’odio. Può essere che si detesti l’uomo che si è rifiutato di assumersi le sue responsabilità, o che a portato a ricorrere all’aborto.
Va anche sottolineato che il cancro all’ovaia è tre volte più frequente nelle donne che non hanno figli, forse per una profonda svalutazione della propria femminilità dovuta al fatto di aver potuto dare la vita.
Le tube uterine
Le tube uterine essendo il luogo d’incontro fra l’ovulo e spermatozoo, riguardano la relazione (comunicazione) fra l’uomo e la donna (perlopiù partner o ex partner sessuale).
Il dolore a una tuba può essere causato da un conflitto maschile – femminile. La donna può essere in collera perché ha l’impressione che il suo partner si aspetti tutto da lei e che debba assumersi tutte le responsabilità della coppia.
Il fibroma alle tube è connesso con un senso di svalutazione che riguarda la relazione di coppia. Per esempio colpevolizzarsi di far soffrire i bambini a causa di difficoltà nella relazione di coppia.
La salpingite è un’infiammazione di una o di entrambe le tube. La donna è in collera con gli uomini o un uomo (partner o ex-partner sessuale) che non la rispetta, o che non tiene fede agli impegni presi; si sente manipolata perché non è stata rispettata l’intesa iniziale.
La fecondazione avviene nel primo terzo delle tube dopodiché solitamente l’ovulo giunge fino all’utero dove comincia a dividersi. Se questo tragitto viene a mancare, l’ovulo si ingrandisce dentro la tuba, e può farla scoppiare: è la cosiddetta gravidanza extrauterina. Spesso sta a indicare che la donna si trattiene dall’avere un figlio: l’ovulo è trattenuto, e questo “trattenersi” può essere del tutto inconscio. E’ un impedimento della gravidanza, forse per il timore che qualcosa di negativo possa capitare in seguito.
L’utero
L’utero è il luogo dell’annidamento. Rappresenta la famiglia.
Il fibroma all’utero è un tumore formato da tessuti fibrosi; molto spesso è legato a un senso di colpa, a una preoccupazione o a rimpianti che nutriamo nei confronti della perdita o della sofferenza di un membro della famiglia (figlio, fratello o sorella), di un aborto spontaneo avvenuto quando il feto era prossimo a poter essere salvato, di un aborto subìto, e che non ci siamo perdonate, di un figlio che abbiamo dovuto dare in adozione ma che non abbiamo mai dimenticato, e per il quale nutriamo una segreta preoccupazione e rimpianto, della perdita di un figlio in un incidente, per annegamento, malattia o suicidio. In questo caso alimentiamo il dolore della sua dipartita, il rimpianto per non averlo potuto aiutare o per non avergli detto che lo amavamo. Oppure può trattarsi del non essere riuscite ad avere figli.
La retroversione uterina è molto spesso collegata alla paura di rimanere incinta per la prima volta, o anche in casi successivi. Temiamo di non poter tenere la situazione sotto controllo. La retroversione molto spesso comporta l’asportazione dell’utero il che, inconsciamente, traduce il desiderio di non avere figli o di non averne più. Questo problema colpisce soprattutto le donne che, temendo che il loro compagno voglia altri figli, si trovano così la scusa ideale per non averne più.
Con il prolasso, l’utero può scendere nella vagina e manifestarsi all’esterno della vulva. Questo problema può tradurre il desiderio di porre fine alle relazioni sessuali giacché questa affezione le impedisce. E’ possibile che si voglia mettere fine alle relazioni sessuali per punire l’altro, per timore di una nuova gravidanza, oppure perché non ci sentiamo rispettate nel nostro corpo di donna.
Il cancro al collo dell’utero è il cancro più frequente nella donna. All’inizio, l’unico sintomo è la perdita di sangue, a volte minima, tra un mestruo e l’altro. Il cancro del collo dell’utero denota molto spesso una profonda delusione vissuta con un partner sessuale.
L’energia del femminile
L’energia del femminile non è riservata per diritto di nascita alle donna, non coincide con la femminilità biologica, ma agisce nella psiche individuale di ogni individuo.
Quando è sviluppata, equilibrata, accettata ed espressa favorisce nella donna la possibilità di vivere la sua condizione con pienezza e con piacere, nel contatto intimo col suo corpo e la sua creatività, ma anche nell’apprezzamento della sua mente, della sua fantasia, della capacità di vedere oltre.
E’ un archetipo legato al “sentire”, alla consapevolezza del mistero, all’inizio ed alla fine della vita, all’utero ed alla tomba.
Questi sono i doni dell’archetipo del femminile e quando la donna non riesce ad avere accesso a questi doni, dai quali discende consapevolezza di sé e fiducia nel proprio potenziale, quando non riesce ad “immaginare” la propria vita, è allora che diventa “vittima dell’immaginazione altrui”.
PROBLEMI FEMMINILI in generale
VISIONE PSICOSOMATICA - Olistica
SIMBOLOGIA: Che cosa potrebbe voler dire…
Possibile causa mentale o convinzione inconscia:
Negazione di se stessi. Rifiuto della propria femminilità
Frasi da ripetere più volte al giorno:
Gioisco della mia femminilità. Sono felice di essere una donna. Amo il mio corpo.
RIMEDI NATURALI e CONSIGLI
FITOTERAPIA
- RUBUS composto – Lampone: Il gemmoderivato di Lampone presenta un organotropismo elettivo nei confronti dell’apparato genitale femminile e dell’asse ipofisi-ovaio: è considerato infatti un medicamento delle disendocrinie sia della pubertà sia della menopausa.
- LUPPOLO SYS: Tintura spagirica: Utile per favorire il fisiologico benessere dell’apparato riproduttivo femminile – Adulti: 25 gocce sotto la lingua o in poca acqua 3 volte al giorno.
ARGILLA
PIANETI | METALLI | ORGANI |
SOLE | ORO | CUORE |
LUNA | ARGENTO | Sist. NERVOSO e App. GENITALE |
MARTE | FERRO | CISTIFELLEA |
MERCURIO | MERCURIO | POLMONI |
GIOVE | STAGNO | FEGATO |
VENERE | RAME | RENI |
SATURNO | PIOMBO | MILZA |
in continuo aggiornamento…
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